Perché il rosso è il colore tipico del Natale

Consigli Feng Shui per il Natale: utilizzare il rosso e la fiamma delle candele per connetterci alla saggezza del ritmo stagionale.

Tutti sappiamo che durante le feste natalizie il colore più utilizzato è il rosso, sia per le decorazioni che per l’abbigliamento, ma ci siamo mai chiesti da dove arrivi questa tradizione?
Per il Cristianesimo il Natale è collegato alla nascita del Redentore, ma nelle tradizioni più antiche veniva celebrato  il solstizio d’inverno che cade tra il 21 e il 22 dicembre.
Questo è il momento dell’anno con la minore quantità di ore di luce, ma anche il punto da cui il sole ricomincia il suo percorso di crescita, riportando speranza nel cuore degli uomini.
Questa affermazione potrebbe sembrare romantica, ma nell’antichità, quando ancora non esisteva la luce elettrica, gli uomini arrivavano a provare una profonda angoscia legata alla prolungata oscurità nel cuore dell’inverno, che sembrava non finire mai.
Il ritorno della luce rappresentava, quindi, una rinnovata speranza, una ritrovata fede, un senso di salvazione e di gioia.
In molti culti veniva così celebrata la nascita del Dio/Sole/Bambino, ricorrenza che è stata poi assorbita dal Cristianesimo con la celebrazione  della nascita del Bambino Gesù.
Veniamo al rosso. Il Sole è la massima espressione dell’energia Fuoco il cui colore rappresentativo è… il rosso.
Rosso significa rinnovata fiducia, spiritualità e passione.
Le candele con la loro fiamma, l’oro e il rosso delle decorazioni, ci riportano a questa memoria ancestrale, ma attenzione all’altro lato della medaglia: la passione, come sappiamo, può anche tradursi in avidità, egoismo e iracondia e non è un caso che anche l’inferno sia rappresentato dalle fiamme del fuoco,  come a indicare il sangue infiammato e che pulsa freneticamente nelle vene.
Un consiglio utile? Limitare la frenesia e il consumismo legati a questo periodo dell’anno come antidoto per utilizzare le profonde risorse connesse alla saggezza del periodo stagionale ed evitare di passare dall’altro lato della forza: il “buio dell’anima”.
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