Accumulo compulsivo: i rimedi secondo il Feng Shui

Durante le mie consulenze mi sono imbattuta spesso in circostanze in cui l’accumulo compulsivo di oggetti o di mobili era motivo di grande frustrazione, non solo per le persone direttamente responsabili di questa tendenza, ma anche per chi era costretto a subirla.

L’accumulo compulsivo può capitare indistintamente nelle abitazioni come nei luoghi di lavoro e il più delle volte non c’è consapevolezza della situazione, ma piuttosto una tendenza a negarla o a giustificarla.

Ovviamente non si sta parlando di disordine comune, perchè il disordine può anche essere utile o comunque innocuo; l’accumulo di oggetti o mobili come tale si contraddistingue per l’enorme difficoltà a separarsi da ogni elemento che lo compone e a sistemare le cose in maniera organizzata.

Feng Shui e l’ordine in casa

L’aiuto richiesto al Feng Shui per l’ordine in casa si basa sul bisogno di ricevere delle linee guida fondate sull’antica saggezza Taoista, affinchè gli spazi vengano organizzati nel modo corretto e l’armonia generale dell’ambienta risulti migliorata.

In realtà il Feng Shui fa molto di più: infatti la vera risorsa consiste nella capacità di disinnesco dei meccanismi che hanno condotto alla situazione di accumulo compulsivo, tramite specifiche azioni o interventi.

Accumulatore compulsivo: le cause

Prima di parlare dei rimedi per eliminare il superfluo e ordinare la casa, credo che sia molto importante gettare uno sguardo sui motivi che sono alla base dei comportamenti dell’accumulatore compulsivo, perchè portare luce nelle zone d’ombra è sempre il primo passo per trovare la via d’uscita.

Una grande parte della filosofia del Feng Shui, tratta delle corrispondenze tra la casa e il corpo umano.

Chi abita in una casa o frequenta uno specifico luogo, come il proprio ufficio, inconsapevolmente attua degli aggiustamenti nell’ambiente circostante che riflettono le proprie caratteristiche energetiche, come a duplicare o estendere verso l’esterno la propria realtà.

Prendiamo in considerazione un’attività che noi compiamo quotidianamente, sia sul piano del corpo che su quello della psiche: il nutrirci.

Con il corpo noi mangiamo, digeriamo e poi eliminiamo i prodotti di scarto che non sono più utili.

Nel mondo psichico/emotivo avviene qualcosa di molto simile: ci nutriamo attraverso le esperienze, le elaboriamo, le trasformiamo in vissuto personale e anche in questo caso eliminiamo, o meglio, ci congediamo da aspetti di quell’esperienza che riteniamo superati.

Con questa semplice ma preziosa chiave di lettura, diventa più facile comprendere cosa accade quando cominciamo ad accumulare oggetti di cui non riusciamo più a liberarci e che riteniamo fondamentali per la nostra sopravvivenza: il meccanismo di eliminazione si inceppa e quello che dovrebbe essere lasciato andare viene trattenuto, dando luogo ad un fenomeno simile a quello della costipazione!!

Ma cosa c’è all’origine dell’accumulo compulsivo?

Cosa accade quando passiamo attraverso un evento difficile o doloroso e per qualche ragione non riusciamo a elaborarlo, ad estrarne nuove comprensioni, ad utilizzarlo come carburante per una vita più ricca?

Accade che quell’esperienza non viene correttamente digerita, trasformata, e le sue scorie emotive rimangono in circolo, occupando uno spazio che dovrebbe, invece, essere utilizzato per accogliere qualcosa di nuovo.

Tutto questo viene proiettato nell’ambiente esterno, riproponendo lo stesso schema:

  • lo spazio viene ingombrato da tanti oggetti = vita interiore occupata da residui di esperienze non completamente elaborate che si possono manifestare sottoforma di rimpianti e recriminazioni
  • la circolazione tra le stanze della casa diventa più difficile = chiusura mentale, idee preconcette, pessimismo
  • difficoltà ad aprire le finestre, a far circolare l’aria e a fare pulizia = diffidenza verso le cose nuove, vivere in una specie di immobilismo con la paura di cambiare lo status quo

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Molti altri parallelismi possono essere osservati chiedendoci, per esempio, che cosa quell’ambiente mi impedisce di fare o mi costringe a fare, trovando nelle risposte la giusta ispirazione per una presa di coscienza

Decluttering: ordinare la casa con la filosofia Feng Shui

Come consulente Feng Shui, la prima cosa che io faccio è analizzare la casa nei suoi aspetti simbolici per cercare di capire ciò che l’accumulatore compulsivo non vuole o non sa dire: potrebbe essere una difficoltà nella vita di relazione, o nella genitorialità, o ancora in un rapporto scorretto con la spiritualità etc.

Quando trovo il punto d’origine è da lì che si comincia il lavoro di “riabilitazione” agendo sull’ambiente esterno, sulla stanza stessa: potrebbe essere un intervento anche molto circoscritto, come mettere a posto un singolo armadio o dare un nuovo colore alle pareti.

Inizialmente si incontra qualche resistenza e questo è comprensibile, ma una volta che si sbroglia anche un solo piccolo elemento dell’intricata matassa, una nuova energia si sprigiona e le cose si mettono in moto.

Il modo in cui una persona rientra da uno stato di confusione e di disordine deve rispecchiare il suo stile e le sue preferenze, perchè un processo imposto con autorità, anche se in un primo momento sembra aiutare, non ha un effetto duraturo in quanto non si basa su risorse reali.

L’intervento da me applicato, oltre a fornire una serie di indicazioni pratiche, include la spiegazione dei motivi per cui bisogna agire in quel modo, perchè nel momento in cui si chiede di rinunciare a certi equilibri, bisogna contemporaneamente fornire un giusto supporto che, in questo caso, è fornito da una nuova consapevolezza.

Insomma, il Feng Shui, invece di agire direttamente sul blocco emotivo, (lavoro molto complesso e che richiede competenze diverse), agisce nello spazio circostante ed in virtù delle corrispondenze di cui si è parlato, agisce come attivatore anche sul piano emotivo, per via indiretta.

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